La Storia

Dicomano ha un'origine molto antica.
Le caratteristiche del suo territorio erano particolarmente favorevoli allo sviluppo di insediamenti umani, con un'area pianeggiante posta alla confluenza tra le naturali vie di comunicazione come la Sieve e il Comano.
Si suppone quindi la presenza d'insediamenti fin dall'epoca preistorica.
E' certo comunque che il “castrum decumani”, cioè il complesso con ponti e torri su ciascun vertice ed il relativo borgo ad occidente, furono costruiti sopra il confine di un vasto appezzamento della famiglia etrusca dei Patna (da cui il toponimo latinizzato di pàtina che significa luogo o piazza).
Dunque Dicomano era già abitato all'epoca dei Romani che vi costruirono una colonia militare.
Il nome tra l'altro può derivare dal “Decumanus” (il tracciato che definiva la colonia stessa) oppure deriva dal fiume Comano.
Pare certa l'esistenza di un nucleo urbano, attraversato, al tempo del basso impero, dall'importante strada che conduceva a Forlì, l'antica Forum Livìì, che successivamente fu distrutta dai Barbari di Radagaiso.
Per capire la storia successiva di Dicomano è necessario mettere a fuoco gli elementi che ne determinarono lo sviluppo successivo, cioè, da un lato il suo rapporto con Firenze, che accumuna questa Comunità con quelle limitrofe, e dall'altro la sua funzione di scambio, d'incontro, di comunicazione.
Infatti, già a partire dall'Alto Medioevo, il borgo, ai piedi dei più importanti passi verso la Romagna, diviene uno dei centri di maggior prestigio commerciale e logistico.
Ciò spiega l'interessamento da parte della vicina Repubblica Fiorentina, che espropria i feudatari del luogo, ne distrugge i castelli (Belforte e del Pozzo), in quanto da Dicomano transitava il grano necessario per l'intero fabbisogno cittadino.
Del resto ogni fase della sua crescita successiva, è determinata dalla sua importante funzione vicaria, come nel XV secolo, periodo di maggiore floridità, quando i suoi mercati garantirono una notevole attività di scambio, che permise una certa autonomia nell'ambito del contado fiorentino, oppure durante il granducato lorenese, allorchè, l'apertura della nuova forlivese (1824 – 1859) portò notevoli benefici alla vita del borgo.
Un dato di una certa curiosità, a conferma delle potenzialità commerciali di Dicomano, è rappresentato dal fatto che qui, dal 1300 al 1700, fu aperto un porto fluviale, dove veniva concentrato il legname da costruzioni e per i cantieri navali di Pisa e Livorno.
Dicomano dunque come mercato da sempre, come luogo d'incontro e di scambio.
Questo è il motivo per cui i suoi abitanti si sono formati ed hanno mantenuto un carattere aperto, affabile, ospitale ed uno spirito libero.
Molti episodi tra l'altro lo testimoniano.
Il più rappresentativo è l'insurrezione contro il governo di restaurazione francese del 1799 e la proclamazione dell'autonomia politica.
Il nucleo urbano del paese, distrutto dal terremoto del 1919 e dai disastri della guerra mondiale, è stato progressivamente ricostruito.
Nel 1946, l'architetto Leonardo Savioli, ha curato il progetto di ricostruzione post/bellica.